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La documentazione per gestire i rischi connessi alle alte temperature

Proposti tre strumenti per la gestione del rischio di stress da caldo, da radiazione solare e per l’emergenza climatica negli ambienti di lavoro. I fattori di rischio e le indicazioni per il documento di valutazione.

Le emergenze connesse alle alte temperature delle stagioni estive nei luoghi di lavoro presuppongono idonee procedure e adeguate valutazioni dei rischi in grado prevenire gli elevati rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

In considerazione dell’utilità, in questa fase emergenziale, di strumenti pratici per aziende e operatori che possano aiutare a migliorare e gestire gli aspetti connessi alla prevenzione, pubblichiamo alcuni documenti elaborati e inviati al nostro giornale da Antonio Zannini (QEHS-ISM, consulente giuridico, formatore e divulgatore sulla normativa e giurisprudenza di salute e sicurezza sul lavoro).

Gli strumenti forniti da Antonio Zannini e che è possibile scaricare sono tre:

  • Procedura P. 0717_6_ Alte_temperature
  • Documento di valutazione del rischio microclima: Annex
  • Documento per la gestione della valutazione

L’articolo di presentazione di questi strumenti si sofferma sui seguenti argomenti:

  • Condizione climatica e procedura operativa: la priorità della protezione
  • Condizione climatica e procedura operativa: i fattori di rischio
  • Documento di valutazione del rischio microclimatico

Condizione climatica e procedura operativa: la priorità della protezione

Riprendiamo alcune indicazioni tratte dalla procedura P. 0717, procedura/istruzione operativa che “deve essere trasmessa a tutto il personale operativo interessato, previa avvenuta formazione/informazione/addestramento ove individuata, di cui è responsabile il Datore di Lavoro anche nel tramite di suoi incaricati”.

Si indica che le condizioni climatiche “rilevano importanza non solo con riguardo alle prestazioni lavorative svolte all’aperto, ma anche nei confronti dei lavoratori c.d. indoor, per i quali non è possibile coniugare la produzione con un sistema di areazione condizionato”. Ed è fondamentale, “guardando a coloro che possono utilizzare sistemi di condizionamento dell’aria, che gli venga garantito un ambiente adeguatamente climatizzato e ventilato, oltre che ritmi di lavoro bilanciati, soprattutto nell’ambito industriale. Negli ambienti al chiuso, infatti, l’esposizione ad alte temperature, in combinazione con gli agenti inquinanti dell’aria interna e i fattori meteorologici esterni, può pregiudicare il benessere psicofisico a causa dello stress termicoe della compromissione delle capacità cognitive e respiratorie, soprattutto in contesti caratterizzati da salubrità limitata, con potenziale sviluppo di patologie”.

A questi rischi generici e comuni a tutte le attività lavorative – continua la procedura – “si aggiungono quelli specifici derivanti dalla combinazione della condizione climatica con le particolari modalità di prestazioni lavorative caratterizzate, a titolo esemplificativo, da sforzi fisici, utilizzo di sostanze chimiche e macchinari, rapporto con animali e necessario utilizzo di indumenti da lavoro e DPI. Dunque, alla luce degli scenari di cambiamento climatico si considera la protezione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza connessi alle alte temperature come una priorità”.

La procedura si sofferma sul campo di applicazione, sulle definizioni, sugli acronimi, sui riferimenti normativi e legislativi, sui compiti, le modalità operative, gli effetti sulla salute, la sorveglianza sanitaria e le possibili strategie di prevenzione.

Condizione climatica e procedura operativa: i fattori di rischio

Riguardo alla prevenzione dalla Procedura riprendiamo alcune indicazioni sui fattori di rischio:

  • Fattori che contribuiscono all’insorgenza delle patologie da calore:
    • “Alta temperatura dell’aria e alti tassi di umidità.
    • Basso consumo di liquidi.
    • Esposizione diretta al sole (senza ombra).
    • Movimento d’aria limitato (assenza di aree ventilate).
    • Attività fisica intensa.
    • Alimentazione non adeguata.
    • Insufficiente periodo di acclimatamento.
    • Uso di indumenti pesanti e dispositivi di protezione.
    • Condizioni di suscettibilità individuale.
  • Fattori individuali che contribuiscono all’incremento di effetti negativi sulla salute:
    • età (˃ 65 anni);
    • presenza di patologie croniche (BPCO, diabete, cardiopatie, malattie neurologiche);
    • assunzione di alcuni farmaci;
    • gravidanza;
    • alterazione dei meccanismi fisiologici di termoregolazione;
  • Fattori correlati con lo svolgimento della mansione:
    • lavoro con esposizione diretta al sole, ad alte temperature o percepite tali;
    • scarso consumo di liquidi;
    • lavoro fisico pesante e/o ritmo di lavoro intenso;
    • pause di recupero non determinabili
    • abbigliamento protettivo pesante o equipaggiamento ingombrante”.

Le strategie di prevenzione riportate riguardano, ad esempio, la formazione/informazione, l’idratazione, l’abbigliamento/Dpi, i turni lavorativi, le pause e il monitoraggio preventivo delle condizioni meteorologiche.

A proposito del monitoraggio la procedura prevede che il datore di lavoro effettui un “costante monitoraggio preventivo delle condizioni meteorologiche anche mediante la consultazione del bollettino di previsione e allarme riferita alla propria città” (il documento riporta alcuni siti di riferimento).

Documento di valutazione del rischio microclimatico

I documenti, i cui contenuti devono tener conto anche dell’emanazione di specifici indirizzi nazionali e/o regionali (ad esempio con riferimento alle ordinanze regionali), forniscono informazioni anche sul documento di valutazione del rischio microclima.

Il documento “Annex” ha l’obiettivo di gestire una condizione di carattere temporaneo e nella fattispecie la cd. emergenza climatica Regionale”. E per la valutazione sono presi in considerazione:

  • “La precedente valutazione del rischio;
  • Le sedi di svolgimento delle attività ed relativa organizzazione del lavoro
  • Le condizioni meteo-climatiche
  • Utilizzo degli indici di calore e strumenti previsionali (es.Worklimate)
  • Protocollo sanitario
  • Indicazioni da parte delle Istituzioni
  • Piani/programmi formativi/informativi erogati
  • Dispositivi di Protezioni Individuali / Indumenti in cd. Dotazione”.

Per la valutazione “si attua la tecnica valutativa precauzionale, ovvero si definiscono le azioni da compiere in relazione alla gravità del danno. Il metodo utilizzato, in grado di individuare la stima e le priorità di interventi, è il cd. Indice di calore (Heat Index), usato per valutare se e in che misura le condizioni dell’ambiente termico possono compromettere la salute degli individui della popolazione generale, in cui rientrano i lavoratori che operano in ‘ambienti moderabili’ o lavoratori che siano comunque ‘inconsapevoli’ del rischio da calore”.

Si ricorda che l’indice di calore (Heat Index) è “basato sulla lettura dei valori di temperatura e di umidità relativa ed è adottato anche dall’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca sulla Sicurezza [INRS]. Tale indice, permette di identificare 4 livelli di allerta, dalla “cautela per possibile affaticamento” fino al “rischio elevato di colpo di calore”, ed è correntemente utilizzato in molti paesi per fornire allerte metereologiche in caso di rischio da caldo per la popolazione generale”. Dunque il rischio viene valutato “mediante l’indice di calore (Heat Index), ricavato dalla misura della temperatura ambiente (termometro) e dell’umidità relativa (igrometro)”.

Una volta determinato il livello di rischio, “se necessario si identificano e si mettono in atto quelle misure ed azioni di prevenzione e protezione di tipo organizzativo/gestionale, ergonomico e tecnico, che possono incidere e ridurre la probabilità di accadimento. L’applicazione delle misure può essere pianificata sulla base del livello di rischio rilevato”.

Ricordiamo, infine, il documento “Sub A”, un file excel, che permette la gestione della valutazione del rischio. Il calcolatore – con riferimento a quanto presente sul Portale agenti fisici – “consente di valutare l’indice di calore a partire dai parametri di temperatura e umidità”. Ed è “richiesta anche l’informazione se il lavoratore opera in pieno sole, in tale caso l’indice viene aumentato di 15 punti, in accordo con una stima cautelativa effettuata dal National Weather Service statunitense”.

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale dei tre documenti/strumenti inviati da Antonio Zannini in materia di emergenza caldo.

RTM

Scarica i documenti da cui è tratto l’articolo:

Documento di valutazione: ANNEX – Rischio di stress da caldo e da radiazione solare e l’emergenza climatica negli ambienti di lavoro -pdf

Documento per gestione della valutazione dei rischi SUB A -pdf

Procedura P 0717 6 ALTE TEMPERATURE – pdf

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